Oggi, più che un racconto personale, torno a parlare di emozioni e lo faccio usando uno strumento che tanto amo, una metafora: quella dell’onda.
Immagina di esser seduta di fronte al mare: non puoi controllarne il movimento, né impedire alle onde di arrivare.
Però puoi imparare a nuotare, o a surfare. Adattare il tuo stile di nuoto, la tua velocità, la tua resistenza, capire quando è il caso di seguire il moto dell’onda per cavalcarla. Magari farci riportare a riva, e non farti frullare dal rollio.
La metafora dell’onda è un esercizio che ti permette di portare consapevolezza a ciò che ti accade: le tue emozioni, come le mie, e quelle dei nostri figli, sono come le onde. Non ti è possibile controllarne il movimento e la portata.
Le emozioni poi, proprio come l’onda, hanno una durata breve: se le osserviamo e accettiamo per quello che sono, fanno il loro corso e dopo una fase in cui crescono e raggiungono l’apice, decrescono di intensità fino ad esaurirsi.
Per mantenere la loro intensità a lungo hanno bisogno di qualcosa, come a benzina di una grande nave che crea nuove onde. Quella benzina è la nostra attività di ruminazione, o i significati che diamo alle azioni nostre e degli altri.
Oggi ti regalo ben quattro esercizi per tener a bada le re-azioni e le emozioni secondarie. Non significa assolutamente negare o sopprimere le emozioni, ma imparare passo a passo a gestirle e renderle nostre alleate.
1- Fai da spettatore
Immagina di stare seduta in riva al mare e di osservare semplicemente quello che c’è.
Cosa succede? Com’è l’onda che sta arrivando? Con quali parole puoi descriverla?
2 –Ascolta il tuo corpo e osservati da fuori
Dove senti le emozioni che, come le onde, fanno avanti e indietro?
Quali sono i pensieri che si scatenano in te (“Non voglio provare questa emozione”, “Oddio voglio scappare!…)
O forse il tuo istinto è combattere? Nascondere l’emozione? Giudicare?
3 –Riconosci e accetta l’emozione
Riconosci che è solo una parte di te a provare quell’emozione, tu non sei quell’emozione. Puoi imparare a nuotarci dentro e non farti sopraffare. Ricorda che le emozioni sono portatrici di messaggi importanti. Sono sempre amiche, anche quelle che ti sembrano sgradevoli …
4- Agire e non re-agire
Non avere fretta di agire immediatamente, permettiti di ascoltarti e di comprendere che ciò che provi è alimentato dal tuo dialogo interiore, dal tuo vissuto e non da ciò che sta realmente accadendo.
Questo ti permetterà di riappropriarti di te stessa e delle tue scelte, di agire al posto di re-agire, di affrontare le situazioni complicate, senza lasciare che le emozioni e i pensieri prendano il sopravvento e l’onda ti abbatta.
Ora mi chiederai… Ma Valentina, perché questo “pippone” oggi? Se mi segui da un po’ avrai capito che non puoi aiutare tuo figlio a gestire le emozioni se non diventi esperto delle tue, che non riuscirai a accettare le sue emozioni se hai problemi ad accettare le tue. Quindi non ti resta che imparare a … surfare!
Questo è proprio parte del mio lavoro, oltre che di genitore di tre figli, di parental coach.
Valentina, Svizzera